Crisi delle "vocazioni" notarili: cali fino al 70% rispetto al 2010
Le iscrizioni alla pratica notarile hanno subìto cali vertiginosi tra il 2010 e il 2016. A Roma -56.67%, a Milano - 34.78% a Torino la diminuzione supera il 70%. E' pur vero che il trend colpisce anche le iscrizioni alla facoltà di Legge con una diminuzione del 35% degli iscritti nel 2016 rispetto al 2012*. Federnotai propone un progetto di riforma per l’accesso alla professione.
Milano, 14 febbraio 2017 - Federnotai, il sindacato dei notai italiani, divulga i dati sulla pratica notarile in Italia: da Nord a Sud dello stivale la riduzione è omogenea. Non solo Roma, Milano e Torino, ma anche Napoli subisce un calo di iscritti alla pratica del 60% rispetto al 2010, a Firenze il - 57.14% e a Bari -68,75%.
I dati relativi ai praticanti notai confermano come la professione abbia perso appeal. Il fattore principale è l'incertezza sui tempi: il concorso dovrebbe essere indetto ogni anno, in realtà ne passano in media due.Sono altrettanto incerti i tempi di correzione delle prove scritte e l'attesa tra la fine delle prove orali e l'approvazione della graduatoria: dal giorno dell'esame orale al giorno in cui si ottiene il sigillo passa circa un anno.
Chiaramente i tempi hanno un costo. E l'attesa pesa economicamente sulle famiglie: anche i candidati più preparati mediamente hanno bisogno di più di un concorso per diventare notai. Significa investire un periodo che va dai sei agli otto anni, di media, dopo la laurea.
Da qualche anno si è aggiunto un problema spinoso: una persona può iscriversi al concorso anche molte volte, ma non può consegnare le prove scritte più di tre volte. Questo limite porta molti partecipanti che hanno a disposizione solo l'ultimo tentativo a non consegnare, ritirandosi dal concorso. Questo fenomeno si è già manifestato negli ultimi anni ed è diventato eclatante in occasione dell'ultimo concorso: oltre 4000 iscritti, solo 1500 consegnanti, per 500 posti. Si è passati da un rapporto consegnanti / ammessi agli orali di 1/10 ad un rapporto potenzialmente di 1/3. Forte rischio di poca selettività e quindi di qualità dei vincitori inferiore al dovuto.
Carmelo Di Marco, presidente di Federnotai commenta: "Lo svolgimento della pratica, il tipo di preparazione, il modo in cui il concorso è organizzato e strutturato, non sono cambiati nel corso dei decenni. I laureati invece sono cambiati, e molto. Oggi si propone ad un giovane di scegliere una strada che lo porterà a studiare, scrivere e parlare quasi solo in lingua italiana per poi accedere ad una professione che, salve rarissime eccezioni, prevede la compresenza del notaio e dei clienti e l'utilizzo della carta. I notai alimentano tutti i Pubblici Registri trasmettendo per via telematica documenti digitali: si dovrebbe rendere facile e conveniente il ricorso agli strumenti informatici anche nelle fasi di istruzione e di stipula degli atti: quel giovane ha trascorso metàdella sua vita scrivendo pochissimo, quasi nulla a mano, usando almeno due lingue diverse, considerando normale che la comunicazione e le informazioni si trasmettano per immagini e non per parole, e che la compresenza sia un fatto del tutto occasionale. E’ abituato a cancellare messaggi o a comunicare su piattaforme social che li distruggono automaticamente: come può considerare che la
conservazione sicura di un documento sia il presupposto per “avere titolo”, cioè per far valere un suo diritto?"
Per questo Federnotai, il Sindacato dei notai italiani, ha elaborato una serie di proposte per l'accesso alla professione. Tra cui l’abolizione del limite delle tre consegne, la reintroduzione di una preselezione (non preceduta dalla pubblicazione dei test, come invece avveniva in passato), il ripensamento della struttura e del funzionamento della Commissione esaminatrice e strumenti per rendere nuovamente appetibile la scelta della pratica notarile, un tempo compiuta dai laureati più curiosi e motivati e oggi snobbata.
Di Marco, conclude: "Occorrono certamente nuovi contenuti nel percorso di studi, l'utilizzo di lingue diverse, strumenti che permettano al notaio di esercitare la sua funzione anche se il cliente non si trova fisicamente nello stesso luogo. Ma occorre soprattutto che i ragazzi conoscano e apprezzino l'essenza della funzione: i giovani appaiono rassegnati alla precarietà dei rapporti e all’incertezza dei diritti. Scegliere una professione che, al contrario, ha la funzione essenziale di dare stabilità e sicurezza a chiunque, senza distinzione di status sociale e di appartenenza, può rappresentare una sfida appassionante e persino una occasione di riscatto, che può essere centrata salendo sul formidabile “ascensore sociale” rappresentato dal concorso pubblico notarile. Abbiamo affidato le nostre proposte al Consiglio Nazionale del Notariato augurandoci che le analizzi e le condivida per sottoporle al Ministero di Giustizia in vista di una riforma migliorativa".
*fonte dato Sole24Ore
La riforma dell’accesso alla professione notarile proposta da Federnotai
1. Riforma della disciplina della pratica attraverso la verifica (mediante apposita menzione in atto) della partecipazione del praticante all’istruzione e alla stipula di un numero minimo di atti in ciascun bimestre
2. Riforma del concorso notarile attraverso la sostituzione di una delle tre prove scritte con una prova a test, senza pubblicazione preventiva dei quesiti. Ovvero con il ripristino della prova di preselezione informatica, che preceda le tre prove scritte, sempre senza preventiva pubblicazione dei quesiti. Possibile svolgimento della prova a test all’interno di strutture decentrate, presso le Corti d’Appello
3. Riforma della struttura e del funzionamento della Commissione di Concorso: previsione della sua suddivisione in tre sottocommissioni le quali possano operare separatamente nello stesso istante. Ammissibilità delle riunioni in video conferenza
4. Per favorire il funzionamento contemporaneo delle tre sottocommissioni, previsione della nomina, a fianco del Presidente della Commissione, di cinque Vice-Presidenti abilitati a presiedere i lavori di ciascuna sottocommissione; e previsione della possibilità che la singola sottocommissione possa svolgere le attività di correzione degli elaborati in presenza dell’80% dei suoi membri
5. Riforma del percorso formativo degli aspiranti notai, prescrivendo – per potersi iscrivere al concorso notarile – il possesso di un titolo di riconoscimento della conoscenza di una lingua straniera e di un titolo di riconoscimento di conoscenze e competenze in materia informatica
6. Definizione da parte del Consiglio Nazionale del Notariato di un percorso di studio omogeneo; richiesta di un attestato di frequenza di una scuola del notariato i cui programmi siano stati preventivamente approvati dallo stesso CNN
7. Coordinamento delle Scuole del Notariato istituzionali, ovvero creazione di una Scuola Nazionale del Notariato, da parte della Fondazione Italiana del Notariato, con possibile frequenza a distanza delle lezioni da parte degli allievi di tutte le aree geografiche
8. Abolizione della previsione che richiede una anzianità minima del notaio per consentire di accogliere praticanti nello studio
9. Abolizione della previsione che richiede una anzianità minima del notaio per consentire la partecipazione alla Commissione di Concorso
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